giovedì 26 luglio 2007
Compagni contro e verità nascosta
Sulla questione delle intercettazioni e sul loro uso in sede processuale si assiste ad una sorprendente contrapposizione fra l'ex compagno Napolitano ed il compagno a mezzo servizio Bertinotti. L'occupante quirinalizio ha dichiarato presiedendo il CSM: "Lancio un richiamo a non inserire in atti processuali valutazioni e riferimenti non pertinenti"; in pratica la massima carica dello stato in un consesso ufficiale, non al bar, ha espresso chiari giudizi di merito che rischiano di influenzare le decisioni del parlamento, con somma coerenza con le precedenti affermazioni circa il rispetto delle prerogative presidenziali e la non ingerenza politica del colle. Di parere opposto il parolaio della Camera dei Deputati, che in un'inervista definisce "gravi quelle conversazioni intercettate" e propende per un voto sostanzialmente favorevole all'uso delle stesse per il processo. E così due delle più alte cariche dello stato, nonchè ex compagni di partito, si ritrovano su fronti opposti circa la moralità di comportamenti conniventi e poco limpidi di politici e capitalisti. Non che sia una novità che economia e politica vadano a braccetto, ma forse nessuno prima di oggi aveva osato sollevare la coltre di fumo e menzogne che nascondeva gli stretti rapporti coltivati dalla nomenklatura di sinistra con un vasto e variegato mondo di potentati economici che fa capo alle Cooperative. E così molti nella cosiddetta maggioranza si affannano a coprire la verità, a minimizzare, a provare ad impedire che l'opinione pubblica sappia cosa fanno in realtà i partiti e le organizzazioni sorti "per il popolo", ma la verità è già nota: anche i parlamentari ex comunisti sono invischiati fino al collo in manovrine e operazioni finanziarie che di popolare hanno molto poco, ma che portano nelle loro voraci tasche un gran bel gruzzolo.
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