venerdì 5 marzo 2010
La democrazia non è un timbretto
Una carica di carta bollata sta seppellendo la democrazia italiana, gli strenui difensori del diritto di voto e dell'ordine costituzionale sono impegnati
a dimostrare che un foglio di carta o qualche centilitro di inchiostro valgono più di migliaia di cittadini e delle loro scelte. Una gazzarra senza pari è scoppiata in questi giorni per la presentazione delle liste per le amministrative del 27 e 28 marzo, con le clamorose esclusioni del PDL in Lomberdia e nel Lazio ed altri casi qua e là di bocciature di liste, listini e candidati. Francamente l'esasperato formalismo cui si appella il centrosinistra, per rimediare ad una situazione nazionale che lo vede in netto svantaggio, è inaccettabile, è inaccettabile l'atteggiamente dei radicali, partito dell'1% che pretende d'ergersi a censore del rispetto delle regole laddove altrove invita a disattenderle. E' bene rendersi conto che le leggi e le regole in generale sono poste quali strumenti funzionali al raggiungimento di un obiettivo, e pertanto, qualora la loro rigorosa applicazione dovesse produrre l'effetto opposto a quello voluto, la regola stessa andrebbe disapplicata o quantomento interpretata in modo flessibile. Può essere immaginabile l'esclusione nelle due maggiori città del paese del primo partito italiano? E' davvero necessaria la puntuale e scrupolosa verifica delle firme e delle formalità preliminari, in modo particolare per le liste che magari già detengono la maggioranza locale? E' necessaria una ulteriore prova del seguito elettorale? Meglio tralasciare, del resto, l'incomprensibile meccanismo che costringe alla raccolta di un minimum di firme onde poter presentare la propria candidatura, meccanismo ampolloso ed incompatibile con una reale formula democratica. Il diritto dei cittadini ad esprimere il proprio voto è prioritario rispetto alle formalità previste per esercitarlo, e va tutelato nella sua realizzazione sostanziale al di là di contingenze politiche e velleità burocratiche da imbrattacarte.
E' paradossale poi il caso della lista Forza Nuova, bocciata nel Lazio perchè la grande presenza femminile tra lista e listino "discrimina" il sesso maschile, altra schizzofrenia di un sistema sedicente democratico, preoccupato solo di difendere sé stesso. La Democrazia è altro, è volontà popolare, è sovranità dei gruppi organizzati di cittadini che si realizza in una idea in perenne divenire.
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