sabato 29 gennaio 2011

Dal nord Africa alle nordafricane

Le cariatidi e i "giusti" della democrazia stanno già stracciandosi le vesti, condannando i comportamenti privati del premier Berlusconi, e come un possente coro di grilli, si leva dal paese intero (bah.....intero???) una vibrante indignazione. E' questo un sentimento insopportabile, dal quale sono fortunatamente immune, che presuppone una smisurata ipervalutazione di sé stessi e delle proprie convinzioni morali, tale da considerare la propria morale superiore e tentare di universalizzarla sottoponendo a severo giudizio tutti gli altri. In questi casi credo sia giusto invocare la "amoralità", l'assenza cioè di convinzioni radicate ed indiscutibili per lasciare il posto alle valutazioni contingenti e soprattutto alla totale insidacabilità dei comportamenti sessuali. La cosa si fa ancora più pressante se si considerano le vicende internazionali di questi giorni, viene da chiedersi: è possibile preoccuparsi di una puttana marocchina mentre in Tunisia, praticamente sull'uscio di casa nostra, si realizza una rivoluzione dagli esiti imprevedibili? Non può questo governo abdicare del tutto al ruolo italiano nel mediterraneo per correre dietro alle manie libidinose senili del presidente del consiglio, ma ancor meno è accettabile che tutto il paese, opposizioni in testa, disquisisca appassionatamente di culi e di festini disinteressandosi di eventi determinanti per il suo futuro, c'è anche la parte profonda della nazione, quella che in altri tempi si sarebbe chiamata "maggioranza silenziosa", che, con sovrana saggezza, se ne fotte, dimostrando quanto ne avesse compreso realmente l'anima il troppo presto dimenticato Guglielmo Giannini. Che in questi giorni si stia parlando principalmente di Ruby è gravissimo, è gravissimo che l'Italia sia rimasta sostanzialmente indifferente al rovesciamento di Zine Ben Ali, che aveva ottenuto il potere grazie alla lungimirante politica estera di Bettino Craxi, che era stato in grado, tramite l'Ammiraglio Martini, di guidare la normalizzazione del post-Bourghiba assicurando all'Italia un governo amico in un'area geografica di importanza vitale per il nostro paese. Ora che Ben Ali ha lasciato la Tunisia, come si è mossa l'Italia?? Si è mossa, soprattutto?? In che modo il ministro Frattini si è preoccupato di garantire gli ingenti interessi italiani nel paese nordafricano? Siamo o no in grado di avere voce in capitolo nello sviluppo delle vicende tunisine, o paesi come la Francia e gli Stati Uniti ci hanno preceduti, assicurandosi un controllo sulla transizione? A tutti questi interrogativi non vi è risposta, perchè tutti sono invece ansiosi di conoscere quali peccaminosi conviti organizzi il Presidente del Consiglio, tutti sono curiosi di scoprire le doti della nordafricana Ruby. Intanto rischia di erodersi ancora di più lo spazio di manovra nell'area mediterranea per il nostro paese senza che il problema sia compreso nella sua complessità e nelle conseguenze che questi eventi avranno a breve e lungo termine.