martedì 20 settembre 2011

Non sostiamo sulla breccia!





Era il 20 settembre di 141 anni fa quando i lamarmorei piumetti dei bersaglieri apparvero tra pietre divelte delle mura Aureliane accanto a Porta Pia per portare il tricolore nella città eterna. Finalmente l'Italia coronava la propria indipendenza con la sua naturale capitale, Roma, l'unica città della penisola che può assurgere a simbolo dell'intera nazione, nessuna altra città infatti ne avrà mai la medesima carica simbolica, la stessa aura mitica che una storia ultramillenaria le ha conferito. L'URBE, la città per eccellenza, la capitale dell'Impero Romano, il centro del Papato e della cattolicità, la capitale radiosa dell'Italia risorta del secoli XIX e XX, è un luogo-simbolo che esercita un fascino invincibile affondando la propria storia nel mito e nutrendo il mito stesso delle gesta leggendarie degli uomini che essa nei secoli ha ispirato. Ma l'epopea risorgimentale non s'arrestò sulla breccia in quel lontano settembre, continuò ad infiammare gli animi degli italiani spronandoli a completare l'unità nazionale con quelle terre orientali che solo il crogiuolo di sangue e fango della grande guerra ci avrebbe, brevemente, restituite. E l'Italia di questo primo decennio di millennio che pare accasciata e stanca ha ancora innanzi a sé un destino di grandezza ed una certezza di resurrezione, ha in sé la forza per puntare sempre più oltre col medesimo spirito bersaglieresco per realizzare il vaticinio di gloria che mai è stato disgiunto da ROMA.