Ed allora non c'è niente da festeggiare, il 25 Aprile è giornata di lutto, è giornata in cui piangere per i valorosi camerati caduti per difendere L'ONORE D'ITALIA sotto la bandiera della Repubblica Sociale.
martedì 24 aprile 2007
Nulla da festeggiare
Come ogni anno ecco arrivato il 25 Aprile, ed ecco la grancassa celebrativa mettersi in funzione per strombazzare di resitenza, antifascismo, democrazia in un tripudio di fazzoletti rossi e bella ciao. Siamo un paese strano: celebriamo una sconfitta! Si, perchè il 25 Aprile ricorre una sconfitta, l'Italia invasa dagli anglo-americani e costretta alla resa, e tutto questo ha ben poco a che vedere con la cosiddetta "liberazione". Innanzi tutto perchè la germania era nostra alleata ed il nostro voltafaccia è stato una vergogna senza fine, in secondo luogo perchè dal 1945 il nostro paese è stato occupato dagli americani, e noi non abbiamo fatto altro che barattare una tirannide con un altra. Poi già li vedo in questi giorni prepararsi i vecchi partigiani, intenti a lustrarsi le medaglie di latta e sistemarsi i fazzoletti, pronti per assieparsi dietro i labari dell'ANPI (che, è notizia di questi giorni, ha aperto le iscrizioni anche a quanti non hanno fatto la guerra... mah!?...), cantando coi lacrimoni le loro canzoni di ribelli, e pensando ai morti loro. Già, i loro morti, quelli che la vulgata resistenziale definisce sempre "trucidati", anche se morti per un attacco di polmonite, mentre gli altri, i ragazi di Salò, i tedeschi, sono sempre assassini e criminali. Non si può continuare a sopportare tutto ciò; è vero che le attuali istituzioni italiane sono nate dalla cosiddetta "resistenza", ma allora vuol dire che quella parte, non piccola, di italiani che non si riconosce in essa ed in quei valori dovrebbe riconsegnare il passaporto e cercarsi un'altra patria che la accetti. Siamo di stufi di veder contrabbandata una sconfitta per una quasi-vittoria (classico cerchiobbottismo italico)! La democrazia e la libertà non sono valori assoluti né oggettivamente giusti, sono da considerarsi tali solo perchè i banditi, i disertori, i traditori hanno vinto la guerra con la forza delle armi, non per superiorità ideologica, ed è ora di buttar via anche il mito della "guerra di popolo": la guerra l'hanno vinta gli anglo-americani, non i partigiani, che poi se ne sono attribuito il merito. E da quella grande porcata e immane tragedia che è stata la "resistenza" è nata questa cosa sporca che chiamiamo "democrazia", e cioè cinquant'anni di governi democristiani ladri, incapaci e mafiosi, coi morti ammazzati delle Brigate Rosse, sotto l'occhio vigile dei padroni.......ops.....volevo dire dei "liberatori" yankee. Scrive Curzio Malaparte ne "La pelle": "La libertà costa cara, e non si paga né con l'oro, né col sangue, né con i più nobili sacrifici. Ma si paga con il tradimento, la vigliaccheria, la prostituzione, con tutto il marciume dell'animo umano." Noi italiani questa specie di "libertà" l'abbiamo pagata troppo cara.
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1 commento:
Caro Lisandro,
ciò che tu dici per certi verso è vero. Personalmente, propenderei, per un ritorno del 4 novembre. Quella si che è stata una Vittoria del popolo italiano.
E', però, anche vero che per riottenere la libertà, nel secondo conflitto mondiale, hanno perso la vita tantissimi innocenti e il 25 aprile, più che altro, dovrebbe essere un monito per i posteri.
Santelia
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