Il governo è Monti è finito. E menomale! Ministri, tecnici e ministranti termineranno in anticipo il loro mandato dedicandosi all'ordinaria amministrazione e non alla straordinaria distruzione. Il merito di aver posto fine all'opera dei tecnocrati va a Silvio Berlusconi, e allora: meno male che Silvio c'è! E' finita, fortunatamente, la pericolosa subalternità politica del governo italiano nei confronti della politica economica tedesca ed è terminata l'innaturale alleanza politica con i paesi nordeuropei, così lontani dalle esigenza, dalla tradizione e dalla naturale collocazione mediterranea dell'Italia. La fine del "governo dei tecnici" ha ridato spazio e spessore al ruolo della politica che è tornata a discutere di programmi, di alleanza, di identità, lasciando momentaneamente da parte tagli e spread. Sono salve anche le province che i professori volevano riformare e che invece, per qualche anno almeno, rimarranno al loro posto. Le province sono l'espressione delle istituzioni più prossima ai territori, sono il riferimento più vicino agli amministrati e, se fossero dotate di adeguati strumenti e risorse, da reperire magari abolendo le regioni, potrebbero svolgere efficaciemente il ruolo di raccordo fra lo stato centrale e le realtà locali. Le fine del governo le ha salvate, e menomale! Anche il famigerato spread, arma di ricatto dell'Europa e della finanza speculativa sul governo italiano, sembra aver beneficiato della fine dell'era Monti, passando dai 351 punti del 10 dicembre agli attuali 290 in soli venti giorni. Che forse forse il ruolo dell'esecutivo sia del tutto irrilevante ed i mercati fanno comunque quelle che vogliono?
Le tasche degli italiani sono più leggere ma nessun miglioramento si è registrato nella vita del paese, e allora, dal momento che qualcosa di buono i tecnici l'hanno fatta solo andando via, menomale che è finita!
lunedì 31 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
Aversa, Immagini di una Storia
Mostra fotografica con immagini d'epoca sulla storia cittadina organizzata dal gruppo Amici per Aversa.
Presso il salone del complesso San Francesco in piazza Don Diana - sabato 22 dicembre, inaugurazione ore 17.30 con degustzione di prodotti tipici, chiusura ore 22.00 - domenica 23 dicembre, ore 10.00-13.00 / 17.00-22.00
lunedì 5 novembre 2012
mercoledì 10 ottobre 2012
I moralisti
Ma quanto è attuale quel moralista di Alberto Sordi
tratto dal Secolo d'Italia del 2 settembre 2012
«Il più pulito c'ha la rogna». Non tutti lo sanno, ma la paternità della celebre frase è del moralista più famoso. Non di Antonio Di Pietro, non di Beppe Grillo, predicatori in servizio permanente effettivo, ma di Agostino, il giovane segretario del presidente della sezione italiana della fantomatica Oimp, l'Organizzazione Internazionale della Moralità Pubblica, interpretato dall'indimenticato Alberto Sordi ne "Il moralista". Ce lo meritavamo, Sordi e soprattutto se lo meritavano i tanti moralisti che affollavano e affollano il proscenio italiano. «Moralista, mi sa dire la morale che cos'è?» domanda Fred Buscaglione nel motivo che nel 1959 accompagna la pellicola diretta da Giorgio Bianchi. «È una frottola per i semplici ma non è fatta per me», si risponde. E ancora: «Se ti parlo di ideali e di virtù, non mi credere, perché ti ingannerò». Il moralista, spiega il cantante piemontese, «polemizza, stigmatizza e condanna il mondo intero». Infine avverte: «non vi fidate di me perché vi ingannerò». Burocrate all'apparenza integerrimo e in realtà cinico e disonesto, Agostino è un perfetto Mr. Hyde in giacca e cravatta. Doppia morale, la sua. «Due voci sento in me, due vite vivo», chiosa sornione il grande Fred. In quella ufficiale Agostino è l'irreprensibile e incorruttibile burocrate in guerra contro la volgarità, in quella accuratamente nascosta è un losco individuo che fa la tratta delle bianche e tenta di ingraziarsi l'influente presidente dell'organizzazione (Vittorio De Sica) corteggiandone la figlia racchia, una strepitosa Franca Valeri. Il film, rigorosamente censurato - uscì nella sale vietato ai minori, sic! - venne considerata una piccola vendetta del cinema italiano proprio nei confronti della censura dell'epoca, tutta democristiana. Democristiano ortodosso era anche Oscar Luigi Scalfaro, già membro della commissione di censura cinematografica. Esemplare, al riguardo, lo scandalo del "prendisole". Le lancette del tempo vanno riportate al 1950. Il 20 luglio di quell'anno a Roma fa un gran caldo e nel ristorante Chiarina di via della Vite l'allora poco più che trentenne sottosegretario Scalfaro sta pranzando con alcuni colleghi di partito quando scorge una signora con le spalle nude e scatena l'inferno. Se il futuro presidente della Repubblica si limitò ad apostrofare la donna - «poco onesta!» - intimandole di rivestirsi o addirittura le affibbiò uno schiaffo, rimane tutt'ora complessa materia da storici del costume. Di sicuro l'argomento appassionò e divise l'opinione pubblica. Seguì dibattito. Letteralmente, perché dopo la querela della signora, Edith Mingoni inToussan, militante del Movimento Sociale Italiano, se ne occupò anche il Parlamento. In difesa della signora si schierò persino Totò, perché Scalfaro, pare, rifiutò di misurarsi a singolar tenzone con padre e marito della donna, rispettivamente colonnello e capitano, trincerandosi dietro a motivazioni religiose. Si narra, peraltro, che Federico Fellini ne trasse ispirazione per tratteggiare il grottesco bacchettone interpretato da Peppino De Filippo nell'episodio Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio 70, pellicola del 1962. Icona insuperata del moralista che predica bene (si fa per dire) e razzola male, tuttavia, rimane l'Agostino sordiano. Nella scelta del nome, gli sceneggiatori si sarebbero ispirati a un altro democristiano d'antan, l'onorevole Agostino Greggi, esponente della corrente cattolica più conservatrice della DC e non a caso "incaricato per la moralità" del suo partito. Agli inizi della sua carriera politica, nel 1957, l'On. Greggi, ebbe il suo warholiano quarto d'ora di popolarità: fu avvocato di parte civile in una celebre causa intentata a Roma contro un manifesto in abiti succinti di Brigitte Bardot, protagonista del film distribuito in Italia col titolo Miss Spogliarello, sulla base di una petizione firmata da circa ventimila persone. Fu verosimilmente partendo da questo episodio che gli sceneggiatori de Il moralista, infiocchettarono il film. Anche se, a differenza del memorabile personaggio di Alberto Sordi, l'Onorevole Greggi, che per un breve periodo aderì alla Destra Nazionale, non venne mai coinvolto in scandali di alcun tipo, caso più unico che raro di moralista galantuomo. Altri tempi e altri uomini, verrebbe da dire. Ben altra e ben minore la credibilità dei moralisti di oggi, sempre pronti a puntare il dito e altrettanto veloci a nascondercisi dietro, nella fanciullesca illusione di non essere visti e come tali riconosciuti.
Roberto Alfatti Appetiti
http://robertoalfattiappetiti.blogspot.it/2012/09/ma-quanto-e-attuale-quel-moralista-di.html#more
tratto dal Secolo d'Italia del 2 settembre 2012
«Il più pulito c'ha la rogna». Non tutti lo sanno, ma la paternità della celebre frase è del moralista più famoso. Non di Antonio Di Pietro, non di Beppe Grillo, predicatori in servizio permanente effettivo, ma di Agostino, il giovane segretario del presidente della sezione italiana della fantomatica Oimp, l'Organizzazione Internazionale della Moralità Pubblica, interpretato dall'indimenticato Alberto Sordi ne "Il moralista". Ce lo meritavamo, Sordi e soprattutto se lo meritavano i tanti moralisti che affollavano e affollano il proscenio italiano. «Moralista, mi sa dire la morale che cos'è?» domanda Fred Buscaglione nel motivo che nel 1959 accompagna la pellicola diretta da Giorgio Bianchi. «È una frottola per i semplici ma non è fatta per me», si risponde. E ancora: «Se ti parlo di ideali e di virtù, non mi credere, perché ti ingannerò». Il moralista, spiega il cantante piemontese, «polemizza, stigmatizza e condanna il mondo intero». Infine avverte: «non vi fidate di me perché vi ingannerò». Burocrate all'apparenza integerrimo e in realtà cinico e disonesto, Agostino è un perfetto Mr. Hyde in giacca e cravatta. Doppia morale, la sua. «Due voci sento in me, due vite vivo», chiosa sornione il grande Fred. In quella ufficiale Agostino è l'irreprensibile e incorruttibile burocrate in guerra contro la volgarità, in quella accuratamente nascosta è un losco individuo che fa la tratta delle bianche e tenta di ingraziarsi l'influente presidente dell'organizzazione (Vittorio De Sica) corteggiandone la figlia racchia, una strepitosa Franca Valeri. Il film, rigorosamente censurato - uscì nella sale vietato ai minori, sic! - venne considerata una piccola vendetta del cinema italiano proprio nei confronti della censura dell'epoca, tutta democristiana. Democristiano ortodosso era anche Oscar Luigi Scalfaro, già membro della commissione di censura cinematografica. Esemplare, al riguardo, lo scandalo del "prendisole". Le lancette del tempo vanno riportate al 1950. Il 20 luglio di quell'anno a Roma fa un gran caldo e nel ristorante Chiarina di via della Vite l'allora poco più che trentenne sottosegretario Scalfaro sta pranzando con alcuni colleghi di partito quando scorge una signora con le spalle nude e scatena l'inferno. Se il futuro presidente della Repubblica si limitò ad apostrofare la donna - «poco onesta!» - intimandole di rivestirsi o addirittura le affibbiò uno schiaffo, rimane tutt'ora complessa materia da storici del costume. Di sicuro l'argomento appassionò e divise l'opinione pubblica. Seguì dibattito. Letteralmente, perché dopo la querela della signora, Edith Mingoni inToussan, militante del Movimento Sociale Italiano, se ne occupò anche il Parlamento. In difesa della signora si schierò persino Totò, perché Scalfaro, pare, rifiutò di misurarsi a singolar tenzone con padre e marito della donna, rispettivamente colonnello e capitano, trincerandosi dietro a motivazioni religiose. Si narra, peraltro, che Federico Fellini ne trasse ispirazione per tratteggiare il grottesco bacchettone interpretato da Peppino De Filippo nell'episodio Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio 70, pellicola del 1962. Icona insuperata del moralista che predica bene (si fa per dire) e razzola male, tuttavia, rimane l'Agostino sordiano. Nella scelta del nome, gli sceneggiatori si sarebbero ispirati a un altro democristiano d'antan, l'onorevole Agostino Greggi, esponente della corrente cattolica più conservatrice della DC e non a caso "incaricato per la moralità" del suo partito. Agli inizi della sua carriera politica, nel 1957, l'On. Greggi, ebbe il suo warholiano quarto d'ora di popolarità: fu avvocato di parte civile in una celebre causa intentata a Roma contro un manifesto in abiti succinti di Brigitte Bardot, protagonista del film distribuito in Italia col titolo Miss Spogliarello, sulla base di una petizione firmata da circa ventimila persone. Fu verosimilmente partendo da questo episodio che gli sceneggiatori de Il moralista, infiocchettarono il film. Anche se, a differenza del memorabile personaggio di Alberto Sordi, l'Onorevole Greggi, che per un breve periodo aderì alla Destra Nazionale, non venne mai coinvolto in scandali di alcun tipo, caso più unico che raro di moralista galantuomo. Altri tempi e altri uomini, verrebbe da dire. Ben altra e ben minore la credibilità dei moralisti di oggi, sempre pronti a puntare il dito e altrettanto veloci a nascondercisi dietro, nella fanciullesca illusione di non essere visti e come tali riconosciuti.
Roberto Alfatti Appetiti
http://robertoalfattiappetiti.blogspot.it/2012/09/ma-quanto-e-attuale-quel-moralista-di.html#more
sabato 4 agosto 2012
I fanti combattono
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DELL'ASSOCIAZIONE GIOVENTU' AVERSANA E DELLA SEZIONE DI AVERSA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL FANTE
--4/08/2012--
Apprendiamo dalla stampa che il sindaco Sagliocco considera un “peso” l’Associazione Nazionale del Fante e che riconosce alla stessa soltanto un “minimo lavoro di archivio” ventilando la possibilità di cedere a terzi la struttura che la ospita liberando in tal modo le risorse che attualmente il comune stanzierebbe a favore della stessa, addirittura “parecchie migliaia di euro”. La notizia è quanto mai sorprendente in considerazione del fatto che l’amministrazione comunale vorrebbe affidare ad altri la gestione di immobili che non le appartengono, in quanto i locali in via Roma sono di proprietà dell’ASL Ce2, cui viene corrisposto un fitto da parte degli associati, l’associazione inoltre corrisponde regolarmente gli importi TARSU senza godere di alcuna agevolazione e, nonostante negli anni sia stato più volte sollecitato un intervento dell’amministrazione a sostegno delle attività dell’associazione, da tempo immemore nessun contributo è stato mai elargito. Ancora più sorprendenti sono le parole del primo cittadino considerando che solo pochi mesi fa, appena insediato, partecipando ad una manifestazione organizzata dall’Ass. del Fante e dall’associazione Gioventù Aversana, ebbe parole di elogio per i fanti aversani e non espose alcun progetto in relazione al futuro della sede che li ospita. L’associazione del Fante di Aversa, oltre a custodire un importante archivio documentale che reca preziose informazioni sulla storia della città e dei suoi abitanti, conserva una vasta collezione di cimeli e testimonianze storiche che meriterebbero maggiore valorizzazione. Da tempo i fanti hanno promosso una campagna di sensibilizzazione per realizzare un museo che renda fruibile alla città il proprio patrimonio di testimonianze e, nel completo silenzio delle istituzioni, portano avanti in solitudine tale progetto. Ogni anno, in occasione delle solennità militari, l’associazione non manca mai, a proprie spese, di rendere omaggio ai caduti pur nel perdurante disinteresse delle varie amministrazioni comunali susseguitesi, e di recente soltanto grazie all’interessamento dei fanti è stato restaurato il monumento sito in piazza Municipio che era parzialmente danneggiato. Per non lasciar disperdere il patrimonio di memorie dell’associazione è attiva da tempo una collaborazione con l’associazione culturale Gioventù Aversana che si sta occupando dello studio e della divulgazione delle testimonianze storiche per renderle conoscibili, il tutto senza accedere a risorse pubbliche ma operando in piena autonomia per amore della storia e della conoscenza. Auspichiamo di poter avere al più presto un incontro con il primo cittadino per comprendere quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale e per esporre alcune nostre proposte che sono già state presentate al sindaco Sagliocco e che si spera di poter approfondire. Speriamo si sia trattato di un semplice errore, oppure presto verremo forse a sapere che il comune intende affidare ai privati l’onerosa gestione della fontana di Trevi.
Nicola Graziano
Presidente Ass. Naz. del Fante - Aversa
Salvatore de Chiara
Presidente Ass. Gioventù Aversana
--4/08/2012--
Apprendiamo dalla stampa che il sindaco Sagliocco considera un “peso” l’Associazione Nazionale del Fante e che riconosce alla stessa soltanto un “minimo lavoro di archivio” ventilando la possibilità di cedere a terzi la struttura che la ospita liberando in tal modo le risorse che attualmente il comune stanzierebbe a favore della stessa, addirittura “parecchie migliaia di euro”. La notizia è quanto mai sorprendente in considerazione del fatto che l’amministrazione comunale vorrebbe affidare ad altri la gestione di immobili che non le appartengono, in quanto i locali in via Roma sono di proprietà dell’ASL Ce2, cui viene corrisposto un fitto da parte degli associati, l’associazione inoltre corrisponde regolarmente gli importi TARSU senza godere di alcuna agevolazione e, nonostante negli anni sia stato più volte sollecitato un intervento dell’amministrazione a sostegno delle attività dell’associazione, da tempo immemore nessun contributo è stato mai elargito. Ancora più sorprendenti sono le parole del primo cittadino considerando che solo pochi mesi fa, appena insediato, partecipando ad una manifestazione organizzata dall’Ass. del Fante e dall’associazione Gioventù Aversana, ebbe parole di elogio per i fanti aversani e non espose alcun progetto in relazione al futuro della sede che li ospita. L’associazione del Fante di Aversa, oltre a custodire un importante archivio documentale che reca preziose informazioni sulla storia della città e dei suoi abitanti, conserva una vasta collezione di cimeli e testimonianze storiche che meriterebbero maggiore valorizzazione. Da tempo i fanti hanno promosso una campagna di sensibilizzazione per realizzare un museo che renda fruibile alla città il proprio patrimonio di testimonianze e, nel completo silenzio delle istituzioni, portano avanti in solitudine tale progetto. Ogni anno, in occasione delle solennità militari, l’associazione non manca mai, a proprie spese, di rendere omaggio ai caduti pur nel perdurante disinteresse delle varie amministrazioni comunali susseguitesi, e di recente soltanto grazie all’interessamento dei fanti è stato restaurato il monumento sito in piazza Municipio che era parzialmente danneggiato. Per non lasciar disperdere il patrimonio di memorie dell’associazione è attiva da tempo una collaborazione con l’associazione culturale Gioventù Aversana che si sta occupando dello studio e della divulgazione delle testimonianze storiche per renderle conoscibili, il tutto senza accedere a risorse pubbliche ma operando in piena autonomia per amore della storia e della conoscenza. Auspichiamo di poter avere al più presto un incontro con il primo cittadino per comprendere quali siano le intenzioni dell’amministrazione comunale e per esporre alcune nostre proposte che sono già state presentate al sindaco Sagliocco e che si spera di poter approfondire. Speriamo si sia trattato di un semplice errore, oppure presto verremo forse a sapere che il comune intende affidare ai privati l’onerosa gestione della fontana di Trevi.
Nicola Graziano
Presidente Ass. Naz. del Fante - Aversa
Salvatore de Chiara
Presidente Ass. Gioventù Aversana
martedì 22 maggio 2012
giovedì 19 aprile 2012
Edicole Votive, tra devozione ed architettura
Da sabato 21 aprile fino al 18 maggio in mostra presso la galleria d'arte Kouros (Aversa - via Magenta 81) la raccolta fotografica sulle edicole votive dell'agro aversano del designer Carlo De Cristofaro, organizzata in collaborazione con l'Associazione Gioventù Aversana ed il prof. Pasquale Latino. Il 21 aprile alle 19.30 l'inaugurazione con un reading di testi ed un incontro con l'autore, la mostra sarà visitabile dal martedì al sabato dalle ore 18.00 alle 21.00.
venerdì 23 marzo 2012
Era Monti
martedì 7 febbraio 2012
Io non scordo!
In occasione della Giornata del Ricordo 2012, dedicata alla commemorazione della tragedia delle Foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, il comitato “10 Febbraio” organizzerà ad Aversa due eventi nella giornata di venerdì per ricordare una drammatica pagina di storia italiana troppo a lungo dimenticata e nascosta che, in parte, si intreccia con la storia di Aversa, poiché la città normanna ha ospitato sin dal 1947 gli esuli nell'attuale Parco Pozzi. Nella mattinata del 10 febbraio, dalle ore 10, nell'aula consialiare del Comune di Aversa, si terrà la conferenza dibattito “Foibe ed Esodo - Il dovere di ricordare”, relatore il professor Claudio Del Villano, docente di storia, moderata dal presidente dell'associazione “Gioventù Aversana”, Salvatore de Chiara. In serata, alle 18, una fiaccolata partirà dalla chiesa della SS. Annunziata e si snoderà lungo via Roma per concludersi nell'ex campo profughi, dove verrà deposto un omaggio floreale alla memoria dei tantissimi esuli costretti ad abbandonare la terra che per secoli fu terra italiana.
Il Comitato “10 Febbraio” è composto da Salvatore de Chiara, Giuseppe Lucariello, Tommaso Cavallo, Antonio Andreozzi, Francesco Roma. Le foibe sono cavità carsiche nelle quali furono gettati tra il 1943 ed il 1947 migliaia di italiani a seguito della occupazione da parte della Jugoslavia di Tito delle province orientali della Venezia Giulia. Al tentativo di pulizia etnica si sommò dopo la guerra l'esilio forzato di centinaia di migliaia di cittadini italiani in fuga dalle persecuzioni slave, nell'ottica di una completa “eliminazione” dell'elemento nazionale italiano dall'Adriatico orientale.
Iscriviti a:
Post (Atom)