lunedì 3 dicembre 2007
Guerra civile
In Italia c’è la guerra civile. Attenzione, intendiamoci non che si spari per la strade o ci siano rivolte di piazza (in realtà spari e rivolte ci sono eccome, ma non possono ancora essere definiti “politici”) ma il clima che spira dalla forze politiche nazionali sembra proprio quello che accompagna i colpi di stato negli staterelli sudamericani e africani: tutti contro tutti, tutti ad allearsi con tutti, tutti a scannarsi, tutti ad abbracciarsi, tutti intenti a consolidare la propria fazione in vista del cambio di regime. Allora il leader del principale partito della pseudo-maggioranza corre, fa e disfa per conto suo, ed ormai al presidente del consiglio, suo principale referente, non telefona neanche più. L’uomo di punta dell’opposizione fonda un nuovo partito e butta a mare gli ex alleati, che ringraziano e insultano, consapevoli che da soli vanno a fondo. E da un versante all’altro dell’arco costituzionale c’è un gran movimento di capi, ras e armigeri per tessere alleanze e allenarsi per saltare la quaglia e salvare stipendio e poltrona; sempre presenti in questi casi gli inguaribili nostalgici della defunta balena bianca, camuffati da un decennio fra il bipolarismo e la società civile della seconda repubblica stanno tornando alla ribalta, senza dimenticare i compagni comunisti, solidali una volta tanto con i centristi dell’accozzaglia governativa nel chiedere un deciso cambio di linea politica ed un rimpasto di governo. Intese grandi e piccole si concludono ogni giorno, senza prevedere seriamente cosa fare una volta al governo, ma con l’unico scopo di “arrivare” al governo, usando spaventose dosi di cinismo, disposti a pugnalare anche l’alleato più fedele , rinnegando qualsiasi ideologia e qualsiasi convinzione, anzi, cambiando idea ogni due ore. Intanto il paese, come sempre, si arrangia, dovendo ondeggiare pericolosamente fra la crisi economica e i diktat del mercato, invaso dagli immigrati e assediato dalla povertà, tagliato fuori dalle decisioni dell’oligarchia europea. Le pagine di cronaca traboccano di omicidi ed i malviventi fanno una vita invidiabile, ma mentre si getta fumo negli occhi dei cittadini l’Italia è spaccata in due: al sud spadroneggia il connubio politici corrotti-mafia, al nord è ferreo il controllo dell’alleanza politici corrotti-potentati economici. Così siamo in attesa della rivoluzione che verrà, constatando con rassegnazione l’inconsistenza della vera destra, la destra sociale e nazional-popolare, convinti che il cambiamento sarà solo la rivincita di quanti sono stati sbattuti via dalla fine della prima repubblica e l’occasione per emergere dei mediocri che vivacchiano nel sottobosco della storia. Le rivoluzioni e le guerre civili di solito non sono pranzi di gala, ed infatti questo italico conflitto sembra piuttosto un casereccio rinfresco per inutili relitti.
giovedì 25 ottobre 2007
Un po' di colore........ Maccello!
PAURA SGOMENTO SPAVENTO INDIGNAZIONE
sbraitano gli eminenti grigiodoppiopettati per l'esplosiva fulminante veemente dirompente
azione che scompiglia la mascarata e imbellettata italietta da cartolina
massacra i visciduncoli venditori di vitadolce e monumenti
monumentimonumenti madeinitalycultura
BOOOOOOMMMM una bomba all'anilina tutti all'aria manda e Veltroni brontoleggia
mentre il riccioletto si aggiusta ma il colore sale sale sale sale e scuote la sonnacchiosaturistica
ROma
zona ekbergona monetine fontana giapponesi click click clickclick foto fotofoto
originalità e bellezza gestopuro rosso ribellione nuovofuturismo azione colorecolore colore colore colorecolore colore
nuovo coraggio FTMarinetti
fine della pagliacciata celluloidea fintopropositiva festaiolasprecona
contenti esultanti salutiamo il bel gesto rappresentativo tutta la straordinaria
forza dell'ITALIA viventepulsante
EJA! UNA MACCHIA DI COLORE VI TUMULERA'!!!!!!!
domenica 7 ottobre 2007
Il giorno dei piccioni
Tutti pronti, armati, allineati e coperti per partecipare alle sfilata delle banalità e celebrare un fortunato navigatore dalla nazionalità incerta, tale Cristoforo Colombo, che, secoli orsono, rivelò agli europei l'esistenza di una terra in seguito divenuta ricettacolo delle immondizie del vecchio continente e terreno di coltura per nefasti batteri. Politicanti nostrani, artistucoli di mezza tacca e amenità varie tutti insieme ad osannare il Padrone americano assieme alla mafia d'esportazione e a qualche nostalgico italo-americano. Un grande schifezzaio di inutili pomposità e luoghi comuni, perchè quella che sfilerà, in una presunta manifestazione di fratellanza fra Italia e America, sarà solo una italianità d'accatto, consona ai gusti ed alla capacità mentali dei cervelli "stars and stripes": l'Italia "pizza, maccaroni and neapolitan songs", "belle italian girls"; insomma, un sorrogato di italietta in cui noi non siamo Italiani ma semplicemente "paisà", pittoreschi indigeni da guardare con ilarità e disprezzo, buoni solo quando applaudono i bravi boy amerikani. Ed i nostri politici? Ci saranno? La signora Lonardo Mastella si precipiterà con la sua corte dei miracoli, a spese dei contribuenti, o questa volta per non essere troppo da "Casta", se ne rimarrà a Ceppaloni? La banda dei Carabinieri andrà ad aprire le danze strombazzando, oppure rimarrà in caserma per risparmiare sugli stipendi? Non sarebbe forse il caso di smetterla con questa pagliacciata? Non sarebbe ora di mandare definitevamente in soffitta il mito di little Italy? Ormai dei quartieri italiani in America è rimasto solo il nome, ma nei fatti sono quasi tutti occupati dai cinesi. Dovremmo smettarla di farci attirare come piccioni dalle fevette della festa, dei soldi e di qualche tricolore luminoso, impedire che si speculi sull'Italia da parte yankee....... e poi diciamo la verità Colombo poteva risparmiarsela quella boiata della via occidentale alle indie, almeno non avrebbe rotto la scatole ai nativi americani ed il mondo si sarebbe risparmiato secoli di lacrime.
giovedì 26 luglio 2007
Compagni contro e verità nascosta
Sulla questione delle intercettazioni e sul loro uso in sede processuale si assiste ad una sorprendente contrapposizione fra l'ex compagno Napolitano ed il compagno a mezzo servizio Bertinotti. L'occupante quirinalizio ha dichiarato presiedendo il CSM: "Lancio un richiamo a non inserire in atti processuali valutazioni e riferimenti non pertinenti"; in pratica la massima carica dello stato in un consesso ufficiale, non al bar, ha espresso chiari giudizi di merito che rischiano di influenzare le decisioni del parlamento, con somma coerenza con le precedenti affermazioni circa il rispetto delle prerogative presidenziali e la non ingerenza politica del colle. Di parere opposto il parolaio della Camera dei Deputati, che in un'inervista definisce "gravi quelle conversazioni intercettate" e propende per un voto sostanzialmente favorevole all'uso delle stesse per il processo. E così due delle più alte cariche dello stato, nonchè ex compagni di partito, si ritrovano su fronti opposti circa la moralità di comportamenti conniventi e poco limpidi di politici e capitalisti. Non che sia una novità che economia e politica vadano a braccetto, ma forse nessuno prima di oggi aveva osato sollevare la coltre di fumo e menzogne che nascondeva gli stretti rapporti coltivati dalla nomenklatura di sinistra con un vasto e variegato mondo di potentati economici che fa capo alle Cooperative. E così molti nella cosiddetta maggioranza si affannano a coprire la verità, a minimizzare, a provare ad impedire che l'opinione pubblica sappia cosa fanno in realtà i partiti e le organizzazioni sorti "per il popolo", ma la verità è già nota: anche i parlamentari ex comunisti sono invischiati fino al collo in manovrine e operazioni finanziarie che di popolare hanno molto poco, ma che portano nelle loro voraci tasche un gran bel gruzzolo.
venerdì 1 giugno 2007
Amministrative: i risultati
Trionfo per il sindaco uscente Ciaramella riconfermato con il 60% delle preferenze e conferma per i partiti e le liste dell'aerea moderata di centro, che esprimono la maggior parte dei nuovi consiglieri. Sconfitta annunciata invece per il principale candidato del centro-sinistra Giuseppe Stabile, raccoglie appena il 25% ed in consiglio comunale riesce a portare solo una rappresentanza minoritaria. Da notare un paio di particolari interessanti: molte le schede nulle, in parte frutto della protesta dell'elettorato di sinistra, ed in molte sezioni si sono registrati numerosi casi di voto disgiunto a favore di liste della sinistra radicale (Rifondazione, Comunisti Ital.) e del candidato sindaco del centro-destra, segno di una volontà degli elettori di sinistra di esprimere un evidente segnale di protesta contro una dirigenza incapace di offrire prospettive, organizzando una clamorosa dispersione di voti. Ridimensionate anche le aspettative del "ballerino" Santulli, che riesce appena a farsi eleggere consigliere ed a riportare in consiglio uno degli uscenti. Pressapoco stabile è stata l'affluenza, attestatasi intorno all' 83-84%.
In definitiva elezioni che non dicono nulla di nuovo, il cui esito lo si conosceva già da tempo, da almeno un anno, con molte facce note e nessun segno di novità, lo stesso teatrino già visto, la stessa stanca e stagnante politica.
I NUMERI:
Sindaco: DOMENICO CIARAMELLA, 59,973 %
Consiglio Comunale:
FORZA ITALIA, 8 consiglieri
U.D.C., 4
A.N., 3
CITTA' DELLA LIBERTA', 2
AVERSA POPOLARE, 1
POPOLARI NORMANNI, 1
P.D.A.-LISTA STABILE, 4
DS, 2
LA MARGHERITA, 1
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUNISTI ITALIANI, 1
UDEUR, 1
NUOVO SUD, 1
In definitiva elezioni che non dicono nulla di nuovo, il cui esito lo si conosceva già da tempo, da almeno un anno, con molte facce note e nessun segno di novità, lo stesso teatrino già visto, la stessa stanca e stagnante politica.
I NUMERI:
Sindaco: DOMENICO CIARAMELLA, 59,973 %
Consiglio Comunale:
FORZA ITALIA, 8 consiglieri
U.D.C., 4
A.N., 3
CITTA' DELLA LIBERTA', 2
AVERSA POPOLARE, 1
POPOLARI NORMANNI, 1
P.D.A.-LISTA STABILE, 4
DS, 2
LA MARGHERITA, 1
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUNISTI ITALIANI, 1
UDEUR, 1
NUOVO SUD, 1
martedì 22 maggio 2007
Amministrative 2007
Gioventù Aversana constatata l'assenza di liste dell'area alle prossime amministrative, intendendo manifestare la propria presenza sul territorio, ha deciso di sostenere il candidato consigliere Massimo Caraviello in lista AN. Invitiamo a votarlo, e a non lasciarsi incantare da altri personaggi che ingannano la nostra gente, per la costruzione di una aggregazione alternativa cittadina.
domenica 20 maggio 2007
Il fondo del barile...
Quella che fu l'Unione di centro-sinistra, ma che forse non fu mai, si presenta ad Aversa per le prossime amministrative nel modo peggiore possibile. Tre diversi candidati per le diverse anime della coalizione, meschinità e bagattelle di retrobottega offrono un panorama quanto mai squallido e deprimente della sinistra cittadina. Tutto è partito da lontano, con la beffa delle primarie: le segreterie dei partiti si danno battaglia, soprattutto al loro interno, per presentare i propri candidati, ma..... ma si accetta che partecipi alla competizione il leader d'una lista civica ex vice sindaco del centro-destra. E come era prevedibile, lo scaltro Peppe Stabile stavince le primarie e reclama il riconoscimento della candidatura. Da qui per mesi comincia una querelle senza fine, con una domanda pressante: chi sarà il candidato a sindaco della sinistra? Non smette di esercitare la propria influenza l'ex sindaco Ferrara, altri propongono candidati alternativi, ......... e qui si sconfina nel ridicolo! Il centro-sinistra al completo presenta contemporaneamente DUE candidati sindaci! Alla fine la spunterà Stabile, che nel frattempo ha ricevuto la benedizione di De Franciscis, presidente della provincia e del Boss dei Boss Totonno Bassolino. Una parte della sinistra radicale si sgancia dal carrozzone stabiliano e presenta un proprio candidato, il professore Domenico Rosato, persona rispettabilissima e capace, tirato in ballo nel gran carnevale elettorale. Ma c'è anche quel vecchio volpone di Paolo Santulli, mastelliano, che corre da solo assieme ad un altro partitino locale. La sinistra quindi ha deciso di suicidarsi e di consegnare con gran facilità la vittoria al sindaco forzista uscente Ciaramella, ma pur nella certezza della sconfitta non rinuncia a coprirsi di vergogna e di ridicolo. Per presentare il candidato Stabile ecco che piomba su Aversa quella vecchia mummia democristiana di Ciriaco De Mita, e, in mezzo a frasi bollite sorrisi di circostanza trova il tempo per dire un paio di sconvolgenti assurdità: si lamenta dello stato disastroso della sanità al sud, proprio lui che è esponente di quel partito che in sessant'anni di malgoverno ha succhiato miliardi dal patrimonio dello Stato e venduto appalti su appalti a mafiosi, amici e comparielli compiacenti ed ha disseminato il meridione di decine di ospedali fantasma per giustificare le nomine a primario di incompetenti manutengoli scudocrociati....... Cose 'e' pazze!!! E forse non sa, il buon Ciriaco, che il candidato Stabile è padre-padrone dell'ASL aversana, e che nel sottobosco e nel disservizio sanitario ci sguazza come un grasso verro. Sinceramente la presenza di De Mita nella nostra città mi riempie di vergogna. Ma non basta, non basta ancora!! In questi ultimi giorni di campagna elettorale qualche candidato dei DS ci ha fatto sorridere con dei volantini in cui parla del problema rifiuti e prospetta alcune soluzioni. Ma bravi! Che genialità! Peccato che la responsabilità dell'emergenza rifiuti in Campania sia d'un autorevole esponente dei Democratici di Sinistra, il già citato Bassolino. Che sosa hanno intenzione di fare queste egregi signori? Che idee hanno? Sembra che siano arrivati davvero a raschiare il fondo del barile. Spero che gli aversani impediscano che quello sporco ci sommerga.
domenica 13 maggio 2007
Famiglia e famiglie
Essere famiglia è un conto, sentirsi una famiglia è altro. Se si parte da questo semplice concetto sarà più agevole districarsi nel mega-guazzabbuglio di parole spese in questi tempi sull'idea stessa di famiglia. La famiglia è qualcosa di preesistente alla sua regolamentazione, è un termine che, nella Roma antica, indicava l'insieme di persone legate ad uno stesso nucleo parentale, anche in assenza d'un vincolo biologico, infatti della "familia" latina facevano parte anche adottati, servi, ospiti fissi; tutte queste persone aggiungevano, anzi, sovrapponevano, la condizione di "gruppo" di "famiglia" alla loro condizione di individui singoli. Nel diritto italiano si è trasferita questa idea, cioè che il singolo trova una nuova e più articolata collocazione nell'essere membro d'una famiglia, e pertanto, poichè innegabilmente l'ambiente familiare costituisce il fondamentale nucleo sociale ad esso sono garantite particolari tutele e riconosciuti specifici diritti. Ecco, diritti, una specie di parolina magica che tutti usano, il più delle volte a sproposito: esistono diritti della persona e diritti della condizione, vale a dire che alcuni diritti (ad esempio la salute, l'incolumità, la proprietà, la libertà d'espressione) sono garantiti alla persona in quanto tale sin dal momento della nascita, o sin dal momento in cui decide di esercitarli; cosa diversa invece sono i diritti attribuiti alla persona in relazione alla funzione sociale che svolge o al possesso di peculiari requisiti (ad es. l'elettorato attivo può essere esercitato al compimento del 18° anno, l'insufficienza del reddito da' diritto ad agevolazioni fiscali, l'essere magistrato da' il diritto di limitare la libertà personale dei cittadini), che dunque possono essere esercitati soltanto se sussistono determinate condizioni. Sbaglia perciò chi richiede diritti che spettano a chi si trova nella condizione di coniuge pur non essendolo. E' ovvio che vi sia una percezione di famiglia, che cioè un uomo ed una donna, magari con dei figli si sentano e si comportino come una famiglia, ma non lo sono! Giuridicamente non lo sono. Non sono una entità unica innanzi al diritto, sono e restano dei singoli, pur se legati da un vincolo affettivo o biologico, poichè manca loro una sanzione ufficiale che certifichi la rilevanza pubblica di quel vincolo. Chi sceglie una libera convivenza non rappresenta, agli occhi dell'ordinamento, un gruppo, un nucleo, stabile, essi restano singoli individui. Altro discorso per le coppie omosessuali, in quei casi manca, per incontrovertibile condizione naturale, la possibilità di assolvere la funzione principale del matrimonio: la generazione di figli, per cui non ha senso il matrimonio stesso, non ha senso concedere tutele estese ad una unione socialmente inutile. Ciò non vuol dire che non debba essere regolata la condizione delle unioni fra persone dello stesso sesso, ma questa regolamentazione deve avvenire tenendo presente la natura di tali unioni e soparattutto non deve scimmiottare lo schema della famiglia giuridicamente intesa. E' la nostra stessa Costituzione ad affettuare il discrimine, riconoscendo dignità di essere tutelata soltanto alla famiglia fondata sul matrimonio eterosessuale e attribuendo ad essa il ruolo di cellula primigenia della società, intervenendo a modificare scriteriatamente questa cellula si compie un attacco diretto alla nostra società, con conseguenze incontrollabili.
martedì 24 aprile 2007
Nulla da festeggiare
Come ogni anno ecco arrivato il 25 Aprile, ed ecco la grancassa celebrativa mettersi in funzione per strombazzare di resitenza, antifascismo, democrazia in un tripudio di fazzoletti rossi e bella ciao. Siamo un paese strano: celebriamo una sconfitta! Si, perchè il 25 Aprile ricorre una sconfitta, l'Italia invasa dagli anglo-americani e costretta alla resa, e tutto questo ha ben poco a che vedere con la cosiddetta "liberazione". Innanzi tutto perchè la germania era nostra alleata ed il nostro voltafaccia è stato una vergogna senza fine, in secondo luogo perchè dal 1945 il nostro paese è stato occupato dagli americani, e noi non abbiamo fatto altro che barattare una tirannide con un altra. Poi già li vedo in questi giorni prepararsi i vecchi partigiani, intenti a lustrarsi le medaglie di latta e sistemarsi i fazzoletti, pronti per assieparsi dietro i labari dell'ANPI (che, è notizia di questi giorni, ha aperto le iscrizioni anche a quanti non hanno fatto la guerra... mah!?...), cantando coi lacrimoni le loro canzoni di ribelli, e pensando ai morti loro. Già, i loro morti, quelli che la vulgata resistenziale definisce sempre "trucidati", anche se morti per un attacco di polmonite, mentre gli altri, i ragazi di Salò, i tedeschi, sono sempre assassini e criminali. Non si può continuare a sopportare tutto ciò; è vero che le attuali istituzioni italiane sono nate dalla cosiddetta "resistenza", ma allora vuol dire che quella parte, non piccola, di italiani che non si riconosce in essa ed in quei valori dovrebbe riconsegnare il passaporto e cercarsi un'altra patria che la accetti. Siamo di stufi di veder contrabbandata una sconfitta per una quasi-vittoria (classico cerchiobbottismo italico)! La democrazia e la libertà non sono valori assoluti né oggettivamente giusti, sono da considerarsi tali solo perchè i banditi, i disertori, i traditori hanno vinto la guerra con la forza delle armi, non per superiorità ideologica, ed è ora di buttar via anche il mito della "guerra di popolo": la guerra l'hanno vinta gli anglo-americani, non i partigiani, che poi se ne sono attribuito il merito. E da quella grande porcata e immane tragedia che è stata la "resistenza" è nata questa cosa sporca che chiamiamo "democrazia", e cioè cinquant'anni di governi democristiani ladri, incapaci e mafiosi, coi morti ammazzati delle Brigate Rosse, sotto l'occhio vigile dei padroni.......ops.....volevo dire dei "liberatori" yankee. Scrive Curzio Malaparte ne "La pelle": "La libertà costa cara, e non si paga né con l'oro, né col sangue, né con i più nobili sacrifici. Ma si paga con il tradimento, la vigliaccheria, la prostituzione, con tutto il marciume dell'animo umano." Noi italiani questa specie di "libertà" l'abbiamo pagata troppo cara.
Ed allora non c'è niente da festeggiare, il 25 Aprile è giornata di lutto, è giornata in cui piangere per i valorosi camerati caduti per difendere L'ONORE D'ITALIA sotto la bandiera della Repubblica Sociale.
martedì 17 aprile 2007
La Cina è troppo vicina!!!
Rivolta cinese a Milano: tutto un quartiere, con l'appoggio dell'intera comunità in Italia, si solleva contro lo Stato, ed in particolare contro le istituzioni locali. I cinesi si considerano esenti dal rispetto delle leggi, si ribellano a chi tenta di far rispettare regole e legalità, pretendono di essere rispettati da un popolo che stanno distruggendo: lo distruggono con la malavita importata, lo distruggono con le merci contraffatte, lo distruggono con la manodopera a costo zero, lo distruggono con i pericoli sanitari.......... ci DISTRUGGONO! La Cina è un pericolo mortale, un dragone famelico che attacca ogni luogo, ogni settore, ogni persona. Ma il problema più stringente al momento sono i tanti cinesi che vivono in Italia, la minaccia costante che essi rappresentano per la nostra economia, la nostra sicurezza ed oggi anche per l'ordine pubblico; perchè ci si ribella se una vigilessa (non un mastodontico energumeno senza cuore) fa una multa ad un automobilista? Se i cinesi sono incapaci di rispettare le regole, perchè si lamentano quando vengono puniti? Come al solito, da oriente all'Europa, da Palermo ad Aosta si leva "un grido di vibrante protesta" contro la "brutalità" delle nostre forze dell'ordine, che, è bene ricordarlo, sono state aggredite deliberatamente ed erano lì per evitare guai peggiori, come se il male non fosse rappresentato da chi viola la legge, ma da chi, magari energicamente, tenta di riportare l'ordine. Di cosa si lamentano? In Cina si eseguono circa 2000 condanne a morte all'anno, se una cosa come quella accaduta in via Paolo Sarpi fosse accaduta in una qualsiasi strada cinese quei commercianti sarebbero in qualche campo di rieducazione popolare......... invece siamo in Italia, e ci manca poco che gli andiamo a chiedere perdono. Siamo in una trincea, dinanzi a noi il mostro rosso vuole il nostro sangue, ributtiamo questi invasori nel mar Giallo!
martedì 27 marzo 2007
Programma
Ecco il testo programmatico di base approvato dai membri di G.A. :
Le giovani generazioni stanno riscoprendo l’importanza di ideali e valori intramontati ed intramontabili: Patria, giustizia, coraggio, sono parole che fino a pochi anni fa sarebbero suonate indifferenti o addirittura ridicole agli orecchi dei più, ma che sono sempre rimaste vive nei cuori di molti e che oggi animano tantissimi giovani. Considerando dunque con attenzione l’evolversi delle dinamiche sociali e le peculiarità della situazione politica nazionale e, ancor più, di quella locale, ci appare fortemente auspicabile la formazione di un nucleo di aggregazione per quei giovani che, riconoscendosi nell’area sommariamente e semplicisticamente definita “Destra”, intendono agire con coerenza e passione nel confronto politico. Su queste basi vogliamo costruire una realtà associativa che sia promotrice delle attività e delle idee a carattere sociale e nazional-popolare, e che possa fungere da punto di contatto e di confronto fra le diverse identità, superando gli arbitrari, fittizi e illogici sbarramenti di partito che si ostinano a tenere separate le vivaci potenzialità ed energie della nostra gioventù. Vogliamo dimostrare d’essere attivi, vogliamo dimostrare di saper credere alle nostre idee. Non siamo una realtà trascurabile, siamo il futuro del nostro territorio, siamo le generazioni decisive per l’avvenire d’Italia.
24 marzo 2007
Il percorso continua, facciamoci sentire!
Le giovani generazioni stanno riscoprendo l’importanza di ideali e valori intramontati ed intramontabili: Patria, giustizia, coraggio, sono parole che fino a pochi anni fa sarebbero suonate indifferenti o addirittura ridicole agli orecchi dei più, ma che sono sempre rimaste vive nei cuori di molti e che oggi animano tantissimi giovani. Considerando dunque con attenzione l’evolversi delle dinamiche sociali e le peculiarità della situazione politica nazionale e, ancor più, di quella locale, ci appare fortemente auspicabile la formazione di un nucleo di aggregazione per quei giovani che, riconoscendosi nell’area sommariamente e semplicisticamente definita “Destra”, intendono agire con coerenza e passione nel confronto politico. Su queste basi vogliamo costruire una realtà associativa che sia promotrice delle attività e delle idee a carattere sociale e nazional-popolare, e che possa fungere da punto di contatto e di confronto fra le diverse identità, superando gli arbitrari, fittizi e illogici sbarramenti di partito che si ostinano a tenere separate le vivaci potenzialità ed energie della nostra gioventù. Vogliamo dimostrare d’essere attivi, vogliamo dimostrare di saper credere alle nostre idee. Non siamo una realtà trascurabile, siamo il futuro del nostro territorio, siamo le generazioni decisive per l’avvenire d’Italia.
24 marzo 2007
Il percorso continua, facciamoci sentire!
domenica 4 marzo 2007
Avanti Fiamma..... ma non dimentichiamo che si vince insieme
Sabato 3 Marzo una importante manifestazione ha avuto per teatro Napoli : al Maschio Angioino il movimento Fiamma Tricolore ha tenuto una Assemblea regionale straordinaria con la presenza del Segretario nazionale Luca Romagnoli. Obiettivo dell'incontro è stato il rilancio della Fiamma e delle sue attività in Campania. L'iniziativa è stata ottima, speriamo serva davvero a ricollegare il popolo della destra radicale con gli esponenti politici dell'area, ma al contempo sono emerse posizioni che anziché favorire l'aggregazione e l'unità dei camerati tendono a rimarcare snobistiche e puntigliose differenze, come se tutta un'idea, una fede, un popolo possa ridursi in un simbolo, o peggio, possa essere rappresentata da un unico simbolo. L'eredità fascista, il significato dell'esperienza missina, l'idea sociale e nazionale, non possono essere individuate esclusivamente in questo o quel partito, sono invece patrimonio di tutto il popolo della destra, e devono essere valorizzate in un contesto di condivisione e collaborazione e non di rigido settarismo. E' comunque da apprezzare l'impegno profuso dalla Fiamma, ma ci tengo a ricordare che l'obbiettivo centrale deve essere assolutamente l'unità.
venerdì 23 febbraio 2007
"Polvere sei e polvere ritornerai"
Intenso e carico di eventi questo mercoledi delle ceneri.... cos'è stato questo Proditombolo? Cosa è successo al "Professor"? E' successo l'inevitabile, ancora una volta i residuati democristiani, riclatisi progressisti, inciampano sugli ostacoli di rifondaroli e antagonisti vari. Così come era successo nel 97 e nel 98 la sinistra, la vera sinistra, fa valere il suo peso e smaschera gli equilibrismi e le ipocrisie degli autodefiniti riformisti. E' finito un governo senza idee, senza programma, senza forza, sorretto da una coalizione tenuta insieme solo dall'antiberlusconismo e dal "pericolo delle destre".... mah! "pericolo delle destre": siamo ancora nell'Italia del 2007 oppure no? Sembra un linguaggio più adatto alla Spagna del 1936 che non all'attuale contesto politico; non lamentiamoci poi se qualcuno si sente legittimato a dare inizio alla lotta armata credendosi espressione di una qualche specie di Fronte Popolare, credendo magari che la manifestazione di Vicenza sia una tappa rivoluzionaria. Una coalizione che ha addirittura messo su una fabbrica per dar vita a centinaia di pagine di programma, pagine che però sono state concepite con estrema vaghezza per dar modo a mastelliani, diessini, bertinottiani, disobbedienti, eccettera, di trovare una parvenza di accordo, ma che in fondo ognuno interpreta a modo suo. E così per mesi abbiamo assistito a litigi, rettiffiche, discussioni senza che qualcuno agisse in maniera incisiva sui problemi del paese, ma soprattutto, in questi mesi, l'ala moderata della sedicente maggioranza è stata impegnata più che altro a prendere per i fondelli l'ala radicale ed a tenerla buona con qualche contentino: già da prima delle elezioni si sente sbandierare a gran voce la "discontinuità in politica estera" (traduzione moderata: non cambia niente e facciamo un pò la voce grossa con gli USA; traduzione radicale: via dall'Iraq in venti giorni come Zapatero, via dall'Afghanistan entro l'anno, astensione da ogni intervento militare all'estero), "risanamento dei conti pubblici", ecco un altro grande impegno dell'Unione (mai nome fu meno azzeccato!), oppure ancora "riconoscimento delle coppie di fatto", cosa ne è stato di queste rivoluzioni???Il governo di centro-destra aveva avviato il ritiro dall'Iraq nel settembre 2005 ed aveva assicurato che esso sarebbe terminato entro il 2006 a scaglioni, esattamente ciò che il governo Prodi ha realizzato in continuità con il precedente indirizzo, eppure, se ricordate, a giugno per quasi un mese si è discusso ponderosamente di questa innovativa strategia d'uscita, e cioè continuare a fare ciò che già si faceva. La missione in Afghanistan è stata rifinanziata una prima volta, ed il ministro degli Esteri precisa che ci resteremo punto e basta, salvo assicurare l'immancabile impegno per una conferenza di pace (come se non sapessimo che nel panorama internazionale l'Italia conta come il due di picche!). Poi non si è perso tempo e un nutrito contingente è stato spedito in Libano. Se a questo si aggiunge il fatto che è stata confermata la disponibilità all'ampliamento della base NATO di Vicenza, appare evidente che questa famosa "discontinuità" non c'è mai stata. Le entrate dello Stato aumentano, cresce la produttività, cresce il PIL, l'inflazione resta stabile (ma non eravamo prossimi al collasso???) e per risanare i conti cosa si fa? si aumentano le tasse, ..... giusto! Così si fa! Così quei maledetti ricchi padroni sfruttatori piangeranno anche loro. Coppie di fatto, unioni civili, dove sono andate a finire? Che fine hanno fatto i PACS? Ecco comparire i DICO, molto più annacquati e molto più digeribili.
Un gran da fare hanno avuto allora i vari D'Alema, Fassino, Rutelli, per rassicurare il delusi della falce e martello. Il governo dunque poggiava sul nulla, e lo si sapeva già dal 9 aprile, ed è durato solo fin quando è durato l'entusiasmo, ma che si è sfaldato allorchè hanno provato a governare davvero. Ed ora Prodi bis? No grazie! Non saremmo un paese serio se permettessimo di governarci ad una coalizione che sta insieme solo perchè i "barbari berlusconiani" sono alla porte, ma che è pronta a far saltare tutto al primo soffio di vento. Meglio un governo istituzionale ed elezioni entro 12 mesi, proviamo almeno a salvare l'immagine della Nazione. Voglio concludere questo Requiem per un Fallimento ricordando cosa disse Nanni Moretti al popolo dei girotondi: "Con questi leader non vinceremo mai!"...... è vero, questi non governeranno MAI!!
domenica 11 febbraio 2007
Difendere la Memoria, riscrivere la Storia
Mi sembra appropriato inaugurare questo spazio ricordando che appena ieri si è celebrata la Giornata del Ricordo al fine di preservare la memoria della tragedia degli italiani vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Finalmente questo periodo tragico viene ricordato dalla nazione tutta in via ufficiale, dopo essere stato nascosto per un cinquantennio. Cerchiamo allora di inquadrare in breve gli avvenimenti: dopo l'8 settembre del 1943 a seguito della dissoluzione delle FFAA italiane i presidi di frontiera e le truppe di stanza presso i confini orientali si sbandano, si consente così la penetrazione in territorio italiano di formazioni comuniste jugoslave organizzate dal Maresciallo Josip Broz "Tito" le quali assunsero di fatto il controllo di molte aree dell'entroterra triestino e del litorale istriano, questo è il periodo dei primi omicidi che vedono cadere numerosi funzionari pubblici nonchè ufficiali italiani. La mattanza va avanti sino alla fine del '43 quando l'area istriano-giuliana verrà inserita direttamente nei territori difesi dai tedeschi, territori formalmente, ma con notevole ambiguità, facenti parte della Repubblica Sociale Italiana; i morti fra settembre e dicembre '43 sono almeno duemila. Le incursioni delle bande titine fino al termine della guerra non risparmiano i civili italiani, specialmente nelle zone dove operano reparti sloveni, i più organizzati dal punto di vista ideologico-nazionalista che già dall'inizio del '900 avevano elaborato il concetto di "Territorio etnico sloveno" con l'obiettivo di cancellare la forte presenza italiana e le minoranze austro-tedesche. Il culmine degli eccidi, ormai finalizzati ad una vera e propria pulizia etnica, sarà raggiunto nel biennio 1945-'46: nell'aprile '45 l'Esercito jugoslavo occupa (NON "libera" come si ostina ad affermare qualcuno!) Trieste e vi resta per quaranta giorni, quaranta giorni di incubo per i trestini e per tutti gli italiani che temono l'annessione alla Jugoslavia. In seguito Trieste ed il suo circondario verranno affidati all'amministrazione temporanea degli angloamericani fino al 1954, anno in cui sarà ricongiunta alla Madre Patria. Intanto, le bande titine sono rimaste in armi sino al '46 uccidendo e terrorizzando la popolazione italiana, i morti a decine, a migliaia sono uccisi e gettati nelle caratteristiche cavità naturali dei terreni carsici: le Foibe. Alcune stime, arrotondate per difetto, parlano di circa ventimila morti in totale.
Altra storia è quella degli esuli: al termine della seconda guerra mondiale circa centomila italiani abbandonano l'Istria, la Dalmazia, la Venezia Giulia ed il territorio di Fiume per sfuggire alle violenze delle orde slavo-comuniste. Dopo il 1947 molti altri nostri connazionali sono materialmente scacciati dalle loro case per far posto agli slavi; in tutto gli esuli saranno 350.000. Per 50 anni i governi "democratici" hanno oscurato questo orrore, perchè? Forse perchè Tito era un vicino pericoloso che bisognava tenersi buono. Forse perchè, come raccontano alcuni superstiti, gli assassini slavi erano assistititi da guide italiane (compagni, comunisti fedeli alla linea del partito, si sa,... solidarità di classe...)? Forse perchè faceva comodo presentare solo il nazifascismo, con le sue pratiche antisemite, come l'incarnazione di tutti i mali, in fondo i comunisti sono simpatiche canaglie, ma il nazionalismo invece, quello si che è il male assoluto,... i nazionalisti sono brutti, brutti, brutti e anche cattivi!!....
Il presidente Napolitano che oggi parla di "congiura del silenzio" dov'era prima di ascendere alla massima carica dello stato? Cosa diceva? Che la poltrona "quirinalizia" gli abbia fatto di colpo tornare la memoria? Dov'erano e cosa dicevano per mezzo secolo quelli che ora commemorano?
E' ora di preservare la sacra memoria della storia della Patria, è ora di reclamare giustizia, tutti devono aver chiara una cosa: l'Istria è Italia, la Dalmazia è Italia, Fiume è Italia!
Altra storia è quella degli esuli: al termine della seconda guerra mondiale circa centomila italiani abbandonano l'Istria, la Dalmazia, la Venezia Giulia ed il territorio di Fiume per sfuggire alle violenze delle orde slavo-comuniste. Dopo il 1947 molti altri nostri connazionali sono materialmente scacciati dalle loro case per far posto agli slavi; in tutto gli esuli saranno 350.000. Per 50 anni i governi "democratici" hanno oscurato questo orrore, perchè? Forse perchè Tito era un vicino pericoloso che bisognava tenersi buono. Forse perchè, come raccontano alcuni superstiti, gli assassini slavi erano assistititi da guide italiane (compagni, comunisti fedeli alla linea del partito, si sa,... solidarità di classe...)? Forse perchè faceva comodo presentare solo il nazifascismo, con le sue pratiche antisemite, come l'incarnazione di tutti i mali, in fondo i comunisti sono simpatiche canaglie, ma il nazionalismo invece, quello si che è il male assoluto,... i nazionalisti sono brutti, brutti, brutti e anche cattivi!!....
Il presidente Napolitano che oggi parla di "congiura del silenzio" dov'era prima di ascendere alla massima carica dello stato? Cosa diceva? Che la poltrona "quirinalizia" gli abbia fatto di colpo tornare la memoria? Dov'erano e cosa dicevano per mezzo secolo quelli che ora commemorano?
E' ora di preservare la sacra memoria della storia della Patria, è ora di reclamare giustizia, tutti devono aver chiara una cosa: l'Istria è Italia, la Dalmazia è Italia, Fiume è Italia!
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